La storia di Siniscola dalle origini all'età moderna

Le origini di Siniscola si perdono nella notte dei tempi. La zona era già abitata in epoca prenuragica: tra le dune di Capo Comino sono stati trovati manufatti in selce e ossidiana databili a seimila anni prima di Cristo, mentre frammenti di vasi ritrovati nella grotta di Elène Portiche a Monte Lattu sono di poco più recenti. Nella zona abbondano i siti risalenti all’età nuragica, da Sa gurutta al villaggio di Rempellos a Bèrchida, dai nuraghi di Concas e Punta su ramasinu fino alle tombe dei giganti di Su piccante.

Durante la dominazione romana sorse Portus Lugudonis, piccolo villaggio lungo la strada litoranea che collegava Cagliari e Olbia, ma è solo nel Medioevo che nacque la vera e propria Siniscola. Sull’etimologia del nome ci sono varie ipotesi: potrebbe derivare da "finis colle” cioè "ai piedi del collina”, ma secondo altri l’interpretazione giusta sarebbe "finis scholae”, riferimento a una milizia armata dell’Età giudicale. Il paese, inserito nel Giudicato di Gallura, all’inizio del Trecento cadde sotto il dominio dei pisani che potenziarono il locale porto di Santa Lucia.

Nel 1323 gli aragonesi riuscirono a conquistare l’intera Sardegna, frazionarono il territorio in piccoli feudi e li affidarono a potenti famiglie locali come i Carroz. Ebbe inizio un lento ma inesorabile declino cui contribuì il flagello delle ricorrenti invasioni di pirati provenienti dalle coste africane. Tra i saccheggi più disastrosi si ricorda quello del 1514, che indusse la popolazione a rifugiarsi nella Rocca di Posada. Questo spinse gli aragonesi ad erigere delle torri di avvistamento, alcune delle quali, come quelle di San Giovanni di Posada e di Santa Lucia di Siniscola, si conservano ancora oggi.